Anche la nostra rivista «Giovani e comunità locali» ha partecipato alla diretta Facebook organizzata da «Mappa Celeste – Forum per il Futuro» in occasione dell’equinozio di primavera (esattamente sabato 19 marzo) per discutere delle misure per i giovani stabilite dal Pnrr.
«Mappa Celeste» è un luogo di confronto – animato anzitutto da Alessandro Rosina, Maria Chiara Prodi, Ivana Pais, Tommaso Vitale e Sergio Sorgi – che organizza, a ogni passaggio di stagione (equinozi e solstizi), degli incontri per aggiornare le coordinate comuni di lettura della realtà che cambia e per confrontarsi sulla rotta da seguire, a partire dalle esperienze più interessanti che riguardano il nostro Paese.
L’incontro organizzato il 19 marzo si è concentrato su come leggere il Pnrr con gli occhi dei giovani, nella convinzione che il futuro sarà scritto con i giovani, per i giovani, dai giovani o non sarà. Non c’è dubbio che in questo momento il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta il più impressionante investimento presente per il futuro del nostro Paese. L’incontro è stato impostato a partire dalle seguenti due domande:
– Quanto il Pnrr è stato pensato a partire dalla visione di futuro delle giovani generazioni?
– Come analizzano i giovani l’impianto complessivo del Pnrr, nonché le misure espressamente immaginate per loro?
Alla diretta sono stati invitati a partecipare esperti e associazioni giovanili tra cui Lucia Abbinante (direttrice generale dell’Agenzia Nazionale Giovani), Maria Cristina Pisani (presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Luisa Pomarici (Tortuga), Federico Gessi (Orizzonte Italia), Flavio Proietti Pantosti (Officine Italia), Giacomo Bottos (Rivista Pandora), Daniele Garbelli (Giovani delle Acli), Daniele Armellino (Collettivo Valarioti), Gaia van der Ersch, Federico Anghelé e Francesco Picello, in rappresentanza della nostra rivista Giovani e comunità locali.
L’intervento di Francesco, prendendo le mosse dalla considerazione che:
- il Pnrr italiano ha scelto di non fare leva direttamente su categorie specifiche di persone – nel nostro caso i giovani – ma di prevedere una serie di misure strutturali tali poi da impattare direttamente o indirettamente sulle diverse categorie sociali
- non c’è una missione specificatamente dedicata ai giovani, ma che questi sono indicati come priorità trasversale a tutto il Pnrr
ha sottolineato che in ultima analisi si tratterà di verificare la reale capacità delle misure (generazionali o quasi generazionali) messe in campo di invertire veramente trend negativi quali il tasso di drop out, di Neet, la distanza tra percorsi formativi e collocazione professionale, la lunga anticamera per l’ingresso stabile nelle organizzazioni, l’estemporaneità della partecipazione alla vita delle comunità locali.
Problematiche di questa portata richiedono non solamente il potenziamento quantitativo degli strumenti già in essere, ma la sperimentazione di nuove modalità a fronte delle quali (per dirla con Popper) i vecchi problemi, più che risolversi, si dissolvono.
In altre parole, la sfida chiamata Next Generation EU sarà onorata se si riuscirà veramente a innovare i contesti, mettere in discussione logiche stantie e attivare prassi di valutazione costanti, capaci di dire se si sta riducendo il problema di partenza o, se invece ciò non avviene, di indagarne i perché e le cause.
Focalizzarsi sulla tematica della transizione all’età adulta (un tema centrale nella riflessione che anima «Giovani e comunità locali»), ovvero su quella fase che è non più pura formazione e non ancora puro lavoro «da reddito», aiuta a indirizzare l’attenzione più sul NEXT che sull’EX.
Poiché come rivista «Giovani e comunità locali» il focus va alle azioni che rinforzano e incentivano l’interscambio tra i giovani e i contesti in cui vivono, cosa che accade soprattutto quando vengono messi in collegamento mondi diversi (come la scuola, gli spazi pubblici, i beni culturali, i mondi vitali, l’azienda…), Francesco ha evidenziato i seguenti interventi:
- nell’ambito della Missione 4 «Istruzione e ricerca»:
- la misura Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado, prevede programmi e iniziative di mentoring, counseling e orientamento professionale per aiutare gli studenti a scegliere e a costruire il proprio futuro. Se parliamo di mentoring e counseling non parliamo solo di progetto formativo o professionale ma di vita: come leggo il contesto in cui sono e come voglio inserirmi. Fatto così potrebbe avere un impatto importante. Segnaliamo anche il passaggio in cui si dice di rendere aperte le scuole al territorio «anche oltre l’orario». Anche se è evidente che ci si riferisce anzitutto alle palestre per lo svolgimento di attività sportive pomeridiane, si potrebbero valutare anche altre forme di utilizzo degli spazi scolastici per attività di soggetti esterni alla scuola;
- lo sviluppo del sistema ITS (formazione professionale post diploma). Gli ITS dovrebbero collegare in modo stretto e mirato la formazione dei giovani con i processi di innovazione delle imprese che necessitano di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche. Il fatto che gli ITS debbano avere la forma della Fondazione di partecipazione (secondo il modello di gestione pubblico-privato di attività no profit) e che i corsi debbano essere costruiti attraverso una progettazione condivisa e partecipata con le imprese e gli altri attori del sistema è un aspetto molto interessante perché costruisce una rete – anche locale – intorno al percorso formativo del giovane.
- nell’ambito della Missione 5 «Inclusione e coesione»:
- il potenziamento del cosiddetto Sistema duale – ovvero la realizzazione di percorsi d’integrazione tra il sistema dell’istruzione e i datori di lavoro per ridurre il divario in termini di competenze tra scuola e impresa (che segnaliamo per le stesse ragioni degli ITS) – e il potenziamento dei Centri per l’impiego, a condizione che vengano dotati di competenze e strumenti non generalisti ma specifici per i giovani. Anche considerato che il fenomeno dei Neet sorge spesso da motivazioni personali e di contesto che non sono di tipo occupazionale. E ovviamente va segnalato il potenziamento dei numeri del Servizio civile;
- i progetti di rigenerazione urbana quando destinati allo sviluppo di servizi socio-culturali, educativi e didattici, ambiti nei quali in Italia da ormai molto tempo l’iniziativa e la creatività giovanile – anche in forma imprenditoriale – si distinguono in modo eminente.
- nell’ambito della Missione 1 «Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura»:
- la misura dedicata ai progetti di rigenerazione culturale e sociale dei piccoli borghi storici che potrebbe prevedere la «a) creazione di piccoli servizi culturali anche a fini turistici; b) la creazione e promozione di nuovi itinerari (ad esempio itinerari tematici e percorsi storici) e visite guidate; c) l’introduzione di sostegni finanziari per le attività culturali, ricreative, turistiche, commerciali, agroalimentari e artigianali, volti a rilanciare le economie locali valorizzando i prodotti, i saperi e le tecniche del territorio». Questo bando è particolarmente interessante perché pone un intero contesto – il borgo, appunto – come soggetto di sviluppo, aprendo in questo modo spazi di proposta e iniziativa giovanile inediti e magari caratterizzanti il progetto nella sua interezza.